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venerdì 27 febbraio 2009

NISCEMI: MANIFESTAZIONE CONTRO IL MUOS

Giorno 28 Febbraio si terrà un corteo organizzato dagli studenti del Liceo Leonardo da Vinci Niscemi contro l'installazione delle antenne Nato. Il corteo partirà alle ore 9.00 dal Liceo e si dirigerà in piazza, in cui verranno esposti gli striscioni preparati dagli studenti. Durante la manifestazione verrà organizzata una raccolta firme, per esprimere il dissenso di noi niscemesi di fronte a queste oscenità.


La manifestazione contro l'installazione del MUOS si svolgerà con il seguente programma:
- ore 10,30 partenza del corteo studentesco dal Liceo Via C.A. dalla Chiesa (C/da Piano Mangione vicino il Centro Sociale Totò Liardo)
- attraversamento delle vie della città verso il Municipio in Piazza Vittorio Emanuele
- dibattito sul palco con il Sindaco.

SVEGLIAMOCI E COMBATTIAMO!!!!!!!!!

Clicca sul link sopra per saperne di più

giovedì 26 febbraio 2009

Il futuro di Rifondazione Comunista, parla il segretario Ferrero

Europee: no di Ferrero all'appello Vendola

Intervista al segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero sulla proposta lanciata dal governatore della Puglia Nichi Vendola per la creazione di un'ampia coalizione capace di includere anche l'Udc.

Il suo ex compagno di partito Nichi Vendola vi lancia un appello: per le Europee mettiamo da parte le ragioni di bottega e uniamo tutte le forze di sinistra. Che cosa risponde?
No grazie, non saprei come fare la campagna elettorale per un cartello che tiene insieme socialisti, verdi, comunisti. E' un guazzabuglio, una scorciatoia per essere eletti. Non vorrei essere offensivo ma rilevo lo scarso profilo politico della proposta di Nichi, che mi pare simile a quella del Pd: alla sconfitta si risponde allargando a destra, si fanno coalizioni fumose, eterogenee, rissose che non sconfiggono nessuno. Un pastrocchio

Dividere la sinistra non significa rischiare di sprecare i voti, visto che c'e' lo sbarramento?
L'obiettivo è il 5 per cento

E come pensate di raggiungerlo?
Abbiamo proposto di lavorare per costruire attorno a Rifondazione un progetto di aggregazione di una sinistra alternativa. Non vedo oggi la possibilità di proporre alleanze. Vendola sdogana anche l'Udc. Allargare a Cuffaro e Buttiglione un'alleanza? Sarebbe invotabile

Questo isolamento vale anche per le elezioni amministrative?
A livello locale la tipologia delle decisioni è più ridotta, non si decide sul precariato, sulla guerra o se cambiare la politica economica. Siamo per vedere caso per caso. Se a Torino c'e' la Tav nel programma, non faremo l'alleanza. Se a Milano il Pd appoggia le ronde, il nostro e' un no

E a Firenze e Bologna?
A Firenze siamo fuori, per via del piano regolatore. A Bologna si sta aprendo una discussione, se c'e' discontinuità con la gestione Cofferati si aprono spazi per collaborare

Cosa proponete per le Europee?
Noi abbiamo proposto una lista i cui eletti vadano tutti nel gruppo della sinistra unita, il Gue. Il simbolo sarà quello di Rifondazione, perché, detta un po' brutalmente, tirare via i simboli del movimento operaio o abbandonare la parola comunismo non è ne' un obbligo ne' un'idea utile

E ci sarà anche Diliberto sotto il vostro simbolo?
La lista è aperta a tutti quelli che ci staranno. Avremo candidati del mondo politico e sociale, del movimento sindacale e dei consumatori, del movimento ambientalista. Si parla tanto della Linke o di Besancenot in Francia. Questo e' il nostro modello

Non rischiate di rinchiudervi nella testimonianza?
Fare opposizione, e ci siamo solo noi con il sindacato di base e la Cgil a farla, non e' una testimonianza. Il Pci e' stato all'opposizione tutta la sua vita e ha pesato piu' di noi al governo

Si capisce l'ambizione, ma le percentuali...
Lo so, e non voglio essere ridicolo. Ma le coalizioni da allargare fino a Cuffaro distruggono qualsiasi possibilità di crescita fino a sinistra

Con l'Udc no, ma con il Pd di Franceschini?
Il Pd non fa opposizione su niente. E' uguale a quello di Veltroni

E in prospettiva, Bersani?
Le politiche di liberalizzazione le ha fatte anche lui. Vedremo nel concreto. Certo è da apprezzare la proposta per un sistema elettorale alla tedesca, avanzata da D'Alema

mercoledì 25 febbraio 2009

LAVORATORI PREPARIAMOCI ALLA LOTTA!!!

Inaccettabili le nuove regole sullo sciopero. Invitiamo i sindacati alla lotta, il Prc pronto alle barricate

ferrero1(1).jpgDichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc

Le nuove regole per gli scioperi nei servizi pubblici (sciopero virtuale per i servizi essenziali, obbligatorio un referendum consultivo preventivo) sono gravissime e inaccettabili. Si vuole portare così a compimento l'attacco al lavoro e alla democrazia alla base dell'accordo separato sulla contrattazione, si vuole distruggere l'autonomia del sindacato e la possibilità che questo ha di organizzare i lavoratori.

Queste norme raffigurano un vero tentativo, da parte del governo, di controriforma costituzionale, che viola il principio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione e la libertà dei cittadini. Contro provvedimenti di tal genere invitiamo tutti i sindacati alla lotta. Come Rifondazione comunista siamo pronti sin da subito alle barricate, contro un provvedimento simile.

mercoledì 18 febbraio 2009

Il futuro ha bisogno di Rifondazione, ISCRIVITI!!!!

Partirà il 23 Febbraio la campagna tesseramento del Partito della Rifondazione Comunista, invitiamo tutte/i coloro, che intendono, costruire la nuova Rifondazione Comunista nella società ad sottoscrivere la tessera del partito, per i giovani fino a 30 anni verrà consegnata la tessera dei gioni/e comunisti/e.

Per contattarci:
rccaltagirone@virgilio.it

ADERITE NUMEROSI, IL FUTURO HA BISOGNO DI RIFONDAZIONE E RIFONDAZIONE DI VOI!!!!

Veltroni, si dimette da segretario del PD

Fallimento di una politica, non di un uomo

dimissioni_veltroni.jpgDichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc


Il risultato delle elezioni sarde ha reso evidente il fallimento del progetto politico del Pd. Non l'errore di un leader, ma la crisi organica di un progetto politico che copre un arco temporale lungo. E' la strategia nata dal progetto occhettiano di scioglimento del PCI e caratterizzata da un progressivo spostamento al centro che si mostra fallimentare. Con questo fallimento occorre fare i conti in modo non propagandistico. Anche perché il risultato sardo colpisce pesantemente un'esperienza di governo che nel bene e nel male non rappresenta certo uno dei frutti peggiori del Pd. Anzi. Il centrosinistra ha fallito non per imperizia di qualche dirigente ma proprio perché il suo progetto politico non è in grado di prefigurare una via di uscita dalla crisi. Così, anche le cose buone fatte da Soru - penso alla legge sulla tutela del territorio - si sono ritorte contro un centrosinistra che non è riuscito a dare uno sbocco positivo al drammatico problema della disoccupazione. Anche la speculazione edilizia può essere vista come un'ancora di salvezza in una condizione in cui manca il lavoro.

La sconfitta sarda ci pone quindi il problema di fondo. Il centrosinistra è nato e cresciuto in simbiosi con la globalizzazione capitalistica. Di quella globalizzazione ha assunto le culture e i valori: dal liberismo temperato alla centralità dell'impresa. Di fronte alla crescente insicurezza sociale prodotta dal quel modello di sviluppo, insicurezza diventata vero e proprio terrore dentro la crisi economica, il centrosinistra non è stato in grado di dare alcuna risposta credibile. Al contrario la destra ha usato l'insicurezza sociale come un'arma per fomentare la guerra tra i poveri e costruire su queste basi il suo consenso. La destra, di fronte alla crisi ha detto: la coperta è corta, è bene che restino fuori i piedi degli altri, immigrati in primo luogo; se si deve sacrificare un po' di libertà e democrazia, pazienza. Su questo ha vinto la destra.

Di fronte alla crisi la destra propone uno sbocco barbarico. il Pd non ha proposto nulla. Nel suo ultimo piano contro la crisi non è nemmeno stato in grado di porre la questione della redistribuzione del reddito, che è con ogni evidenza il problema più grande che abbiamo dinnanzi.
In questa situazione è bene, a sinistra, evitare illusioni che vedo pericolosamente affacciarsi.

Da questa crisi non si esce con un cambio di leadership. Non è un problema di nomi, né è sufficiente, come al gioco dell'oca, tornare indietro di qualche casella, magari riscoprendo i Ds al posto del Pd. Il problema è che tutto il gruppo dirigente che ha operato per sciogliere il Pci si è identificato con la gestione della globalizzazione liberista ed è andato in crisi proprio nella crisi della globalizzazione.

Un anno e mezzo fa è saltato Prodi, oggi Veltroni, domani chi? Questa crisi strategica non si risolve con i giochi di sponda con le correnti interne al Pd o con qualche belletto. Questa crisi non si risolve nemmeno con una rinnovata intesa tra Pd e sinistra. Il fallimento dei due governi Prodi, così come la giunta di Soru è li a dimostrarlo. Quello che manca oggi non sono le relazioni tra le due sinistre o un nuovo centrosinistra. Quello che manca è la credibilità di una sinistra di alternativa che sappia elaborare e declinare credibilmente una proposta di uscita dalla crisi. Una proposta alternativa alle ricette liberiste e "riformiste". Per questo Rifondazione Comunista lavora alla costruzione di una sinistra di alternativa, anticapitalista e comunista, non subalterna alla crisi del Pd, capace di costruire con la Cgil, il sindacalismo di base, la moltitudine di comitati locali, l'opposizione sociale nel Paese. E formulare proposte che diventino parole d'ordine di massa: redistribuzione del reddito, ammortizzatori sociali per tutti, intervento pubblico nell'economia, rilancio del welfare. Si tratta di promuovere un movimento generale, consapevole che dalla crisi non si esce con i sacrifici, ma con la radicale messa in discussione degli attuali assetti di reddito e di potere.

Nessuna scorciatoia, quindi. Il gruppo dirigente del Pd non ha sbagliato linea, ma la strategia di fondo, da vent'anni a questa parte. Costruire un progetto e una sinistra alternativi a questa fallimentare strategia è il compito che noi di Rifondazione abbiamo dinnanzi, sul piano sociale, su quello culturale come su quello elettorale. Lavorarci da subito è tanto più necessario per costruire un punto di riferimento che alla crisi del Pd opponga una risposta in avanti, in Italia come in Europa.