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mercoledì 22 ottobre 2008

PAOLO FERRERO, NUOVO SEGRETARIO PRC-SE

Paolo Ferrero è il nuovo segretario nazionale del Partito della rifondazione comunista

Con 142 voti a favore, 134 contrari, 4 schede bianche e un voto d’astensione Paolo Ferrero è il quarto segretario nazionale del Prc-Se

Il documento di Paolo Ferrero ha vinto il VII congresso di Rifondazione comunista. Il testo è stato votato da 342 delegati, mentre quello presentato da Gennaro Migliore e che fa riferimento alla mozione 2 di Nichi Vendola ha ottenuto 304 voti. I votanti sono stati 646. Si conclude così una giornata ricca di tensione e scontri, al termine di un congresso che ha segnato la spaccatura definitiva all’interno del Prc

Biografia

Nato a Pomaretto (To) il 17 novembre 1960. Ha due figli. Diploma di perito tecnico industriale. Obiettore di coscienza, a 19 anni inizia a lavorare in FIAT come operaio. Collocato in cassa integrazione a “zero ore”, viene eletto delegato sindacale della FIOM e fonda con altri lavoratori in CIG la “Cooperativa Agrovalli”. Successivamente ha ricoperto ruoli di direzione nella CGIL e nella Federazione Giovanile Evangelica Italiana – FGEI, di cui è stato segretario nazionale. Iscritto al Partito della Rifondazione Comunista. Responsabile dell’area politiche del lavoro, economiche e sociale del PRC, fa parte della segreteria nazionale del partito dal 1995 al 2006. Da giovane si iscrive a Democrazia Proletaria e negli anni successivi entra negli organismi dirigenti del partito. Eletto deputato nella XV° legislatura si è dimesso in seguito alla nomina a Ministro della Solidarietà sociale nel II° Governo Prodi. Nel tempo libero pratica l’alpinismo e si diletta a suonare vari strumenti.

http://www.paoloferrero.it

Qui potrete ascoltare tutti gli interventi al VII Congresso Nazionale di Rifondazione Comunista

http://www.radioradicale.it/scheda/259134/vii-congressso-nazionale-di-rifondazione-comunista

Qui invece l’ODG conclusivo

http://www.rifondazioneinmovimento.org/2008/07/27/ricominciamo-una-svolta-a-sinistra/

Onestamente io non ci speravo più in Ferrero. Ma neanche lontanamente. Chissà cosa è successo in quel di Chianciano per far ribaltare il risultato che secondo me era stra-scontato.
Meglio così, non voglio neanche saperlo in realtà, mi basta il risultato finale, sperando che non vi sia un contrappeso troppo forte da sorbirsi.
Vendola (come Migliore e Bertinotti) si è dimostrato un livoroso della peggior specie. Non gli è andata giù che non se lo siano coperti di striscio, aveva troppo voglia di essere un “lider”. Invece se ne esce con le ossa rotte. In più, ora voglio vedere quelle migliaia di voti che gli hanno permesso di ottenere il 47% che fine faranno. Ho come l’impressione che assolto quel compito, questi “compagni” si ritireranno nelle proprie abitazioni e scompariranno fino a prossima elezione.
Questo vuol dire che in realtà Ferrero può reggersi su numeri ben più consistenti di quelli che il Congresso presenta.

Ora secondo me sono urgenti questi punti
1. partito sociale a secchiate come se piovesse
2. unificazione almeno programmatica con altri comunisti per le europee, con il simbolo nostro e fanculetto alla Sinistra Europea. Che ci vada Fava e Bertinotti in quella masnada di socialdemocratici art déco.
3. Epurazioni in Liberazione. E’ ora che Sansonetti vada a spalare bitume in Barbagia. Unica mansione che immagino gli riesca bene. Il giornale di partito segue la linea del partito. Chi lo fa bene, chi no, si cerchi un altro lavoro.
4. Tenere sotto controllo i furbetti della 2. Le coalizioni interne mi sanno di infiltrati e sabotatori. Due categorie che negli anni 70 venivano trattate con non troppa diplomazia.
5. Si ritorni a fare i comunisti, senza freakkettoni, sballoni, fusi persi, radicali sotto mentite spoglie, berty-boys e puttanate simili. Per queste cagate ci sono altri partiti. PRC non può più permettersi di dare parola e sfogo a questo gruppetto di asociali ed anti-comunisti.
6. Puntare a riconquistare il nostro elettorato. Dobbiamo ritornare almeno al 5% nazionale. Almeno. Di meno, implica che convenga trovarci un lavoro diverso dalla politica. Non farebbe per noi.
7. Trattare localmente col PD su programmi chiari. Se a loro sta bene, bene, altrimenti si fottano e vadano a fare accordi con gli incensurati dell’UDC.



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