L'area di Protezione civile è nel degrado. Collaudo ok, ma la consegna può attendere. La denuncia di Rifondazione.
- Domenica 20 Novembre 2011
- Catania (Provincia),
- pagina 48
A Caltagirone l'area di Protezione civile di via Cristoforo Colombo sta subendo una strana metamorfosi: da area pubblica a «prateria», ma da destinare a pascolo. Dal Municipio rispondono che «è nell'interesse del Comune disporre di questo sito, che rappresenta uno snodo importante per la città, al fine di creare una struttura, da utilizzare per manifestazioni ed eventi di forte richiamo».
Intanto, cancelli aperti, illuminazione pubblica in tilt e, soprattutto, erbe infestanti alte quasi un metro.
A distanza di circa due anni dall'ultimazione dei lavori - costati 1 milione e 800mila euro - l'opera è rimasta nell'anonimato. Un anonimato che è ruotato, nel corso degli ultimi 20 mesi, attorno ad attese legate a collaudi e ultimazione di procedure, mentre di cerimonie d'inaugurazione nemmeno l'ombra.
L'assessore all'Urbanistica, Domenico Palazzo, precisa che «la colpa è della Protezione civile, che non avrebbe definito un adempimento» non meglio precisato e che il Comune è «in stretto contatto con la Protezione civile di Catania per rimuovere ogni causa ostativa all'auspicata consegna della struttura».
La problematica è stata sollevata ancora una volta dagli esponenti della segreteria cittadina di Rifondazione comunista (Prc). «Già lo scorso giugno - dichiara il segretario di Prc, Gigi Cascone - alle nostre ultime sollecitazioni, l'amministrazione comunale ha sempre fornito risposte aleatorie, non precisando mai se quest'opera pubblica sarebbe stata restituita alla collettività, o meno. A vederla, a dire il vero, sembra un'area da adibire a pascolo e non a fini di pubblica utilità, manco a dirlo, in caso di calamità».
In questo caso, l'assessore Palazzo ha assicurato che «a giorni, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, sarà realizzato un consistente lavoro di scerbatura, per restituire decoro all'intero sito».
I riferimenti di Prc sono all'attuale mancato funzionamento dell'impianto d'illuminazione pubblica, che è caratterizzato da una e più torri faro e altri sistemi illuminanti, che sono tutti al buio. Il secondo aspetto posto in evidenza è che, già da tempo, non sono più presenti delle apposite colonnine, nelle quali erano allocati gli allacciamenti delle reti, idrica ed elettrica. «Le colonnine - risponde l'assessore Palazzo - sono state rimosse, in via precauzionale, al fine di evitare spiacevoli fenomeni di furto».
Le vicissitudini di quest'opera pubblica si trascinano ormai da circa otto anni. «Abbiamo sollecitato i Dipartimenti di protezione civile di Catania e Palermo - conclude l'assessore Palazzo - L'opera è stata collaudata. Stiamo definendo alcune procedure, ma manca un ultimo adempimento. Ci rendiamo conto che questa situazione ci impone di intervenire con un piano di pulizia straordinaria che sarà attuato a breve».
GIANFRANCO POLIZZI
Intanto, cancelli aperti, illuminazione pubblica in tilt e, soprattutto, erbe infestanti alte quasi un metro.
A distanza di circa due anni dall'ultimazione dei lavori - costati 1 milione e 800mila euro - l'opera è rimasta nell'anonimato. Un anonimato che è ruotato, nel corso degli ultimi 20 mesi, attorno ad attese legate a collaudi e ultimazione di procedure, mentre di cerimonie d'inaugurazione nemmeno l'ombra.
L'assessore all'Urbanistica, Domenico Palazzo, precisa che «la colpa è della Protezione civile, che non avrebbe definito un adempimento» non meglio precisato e che il Comune è «in stretto contatto con la Protezione civile di Catania per rimuovere ogni causa ostativa all'auspicata consegna della struttura».
La problematica è stata sollevata ancora una volta dagli esponenti della segreteria cittadina di Rifondazione comunista (Prc). «Già lo scorso giugno - dichiara il segretario di Prc, Gigi Cascone - alle nostre ultime sollecitazioni, l'amministrazione comunale ha sempre fornito risposte aleatorie, non precisando mai se quest'opera pubblica sarebbe stata restituita alla collettività, o meno. A vederla, a dire il vero, sembra un'area da adibire a pascolo e non a fini di pubblica utilità, manco a dirlo, in caso di calamità».
In questo caso, l'assessore Palazzo ha assicurato che «a giorni, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, sarà realizzato un consistente lavoro di scerbatura, per restituire decoro all'intero sito».
I riferimenti di Prc sono all'attuale mancato funzionamento dell'impianto d'illuminazione pubblica, che è caratterizzato da una e più torri faro e altri sistemi illuminanti, che sono tutti al buio. Il secondo aspetto posto in evidenza è che, già da tempo, non sono più presenti delle apposite colonnine, nelle quali erano allocati gli allacciamenti delle reti, idrica ed elettrica. «Le colonnine - risponde l'assessore Palazzo - sono state rimosse, in via precauzionale, al fine di evitare spiacevoli fenomeni di furto».
Le vicissitudini di quest'opera pubblica si trascinano ormai da circa otto anni. «Abbiamo sollecitato i Dipartimenti di protezione civile di Catania e Palermo - conclude l'assessore Palazzo - L'opera è stata collaudata. Stiamo definendo alcune procedure, ma manca un ultimo adempimento. Ci rendiamo conto che questa situazione ci impone di intervenire con un piano di pulizia straordinaria che sarà attuato a breve».
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