«Casa del teatro», forse ci siamo in corso l'installazione degli arredi
- Venerdì 02 Marzo 2012 - Catania (Provincia), pagina 46
L´edificio dell´ex mattatoio comunaledi Caltagirone, dove sono in fase d´ultimazione, ...
In corso di ultimazione, su iniziativa dell'amministrazione comunale, i lavori di completamento - finalizzati all'installazione degli arredi - della «Casa del teatro», che sorgerà nell'ex mattatoio comunale del rione Semini.
Gli interventi, frutto di un recente finanziamento di circa 100mila euro, stanno portando a termine un'opera pubblica attesa da tempo. L'investimento economico complessivo - attuato negli anni - è stato di circa 2 milioni di euro. Una somma consistente che - su piano del recupero strutturale dell'immobile - doterà il quartiere di un contenitore culturale al servizio della città e delle associazioni culturali. L'ennesima segnalazione, ai fini della consegna dell'opera, è giunta dagli esponenti della segreteria cittadina di Rifondazione comunista. «Già nel passato - dichiara Gigi Cascone, segretario del Prc - sollecitammo all'amministrazione comunale l'ultimazione dei lavori di quest'opera pubblica che, da almeno 10 anni, è attesa dalla città. Speriamo che non si registrino più intoppi burocratici e che, a breve, il teatro possa essere restituito alla città».
Da Palazzo dell'Aquila, sede del Municipio di Caltagirone, assicurano che la «Casa del teatro» vedrà presto la luce. Ovvero che - non appena saranno ultimate le installazione degli arredi - si potrà procedere alla cerimonia d'inaugurazione. Un dato, dunque, certo e scontato che, sul fronte della programmazione, non dovrebbe più essere né elemento di contraddizione politica, né motivo di attesa, ai fini della consegna. L'ultimo elemento posto sotto analisi è, quindi, la data di consegna.
La cronistoria dell'ex macello risale agli anni '90, in cui fu dismesso da tale funzione, per via della crescente espansione abitativa del luogo. Dopo la dismissione - negli anni 2000 - si cominciò a parlare di recupero funzionale. E così furono intercettati i primi fondi pubblici e, nel 2006, iniziarono i lavori di recupero che si protrassero in 3 tranche di finanziamento, una delle quali mediante la contrazione di un mutuo di circa 900mila euro. Il corpo edilizio è stato interamente recuperato e salvato da un galoppante degrado. «Sta per giungere a compimento - conclude il vicesindaco, Alessandra Foti - un'opera pubblica che, nel contesto urbanistico di un quartiere densamente abitato, diventerà punto di riferimento sociale e culturale, non solo della zona, ma dell'intera città. Il nostro impegno è quello di arricchire l'offerta turistico-culturale e di dotare di nuovi spazi socializzanti anche le aree periferiche, ai fini di favorire la socializzazione e l'integrazione».
Gli interventi, frutto di un recente finanziamento di circa 100mila euro, stanno portando a termine un'opera pubblica attesa da tempo. L'investimento economico complessivo - attuato negli anni - è stato di circa 2 milioni di euro. Una somma consistente che - su piano del recupero strutturale dell'immobile - doterà il quartiere di un contenitore culturale al servizio della città e delle associazioni culturali. L'ennesima segnalazione, ai fini della consegna dell'opera, è giunta dagli esponenti della segreteria cittadina di Rifondazione comunista. «Già nel passato - dichiara Gigi Cascone, segretario del Prc - sollecitammo all'amministrazione comunale l'ultimazione dei lavori di quest'opera pubblica che, da almeno 10 anni, è attesa dalla città. Speriamo che non si registrino più intoppi burocratici e che, a breve, il teatro possa essere restituito alla città».
Da Palazzo dell'Aquila, sede del Municipio di Caltagirone, assicurano che la «Casa del teatro» vedrà presto la luce. Ovvero che - non appena saranno ultimate le installazione degli arredi - si potrà procedere alla cerimonia d'inaugurazione. Un dato, dunque, certo e scontato che, sul fronte della programmazione, non dovrebbe più essere né elemento di contraddizione politica, né motivo di attesa, ai fini della consegna. L'ultimo elemento posto sotto analisi è, quindi, la data di consegna.
La cronistoria dell'ex macello risale agli anni '90, in cui fu dismesso da tale funzione, per via della crescente espansione abitativa del luogo. Dopo la dismissione - negli anni 2000 - si cominciò a parlare di recupero funzionale. E così furono intercettati i primi fondi pubblici e, nel 2006, iniziarono i lavori di recupero che si protrassero in 3 tranche di finanziamento, una delle quali mediante la contrazione di un mutuo di circa 900mila euro. Il corpo edilizio è stato interamente recuperato e salvato da un galoppante degrado. «Sta per giungere a compimento - conclude il vicesindaco, Alessandra Foti - un'opera pubblica che, nel contesto urbanistico di un quartiere densamente abitato, diventerà punto di riferimento sociale e culturale, non solo della zona, ma dell'intera città. Il nostro impegno è quello di arricchire l'offerta turistico-culturale e di dotare di nuovi spazi socializzanti anche le aree periferiche, ai fini di favorire la socializzazione e l'integrazione».
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