Cerca nel blog
domenica 28 dicembre 2008
RETE FOGNARIA ASSENTE E PRECARIA
VOTATA LA NUOVA SEGRETERIA
mercoledì 26 novembre 2008
12 DICEMBRE SCENDI IN PIAZZA, FATTI SENTIRE
Verso lo sciopero generale del 12 dicembre
di Roberta Fantozzi, responsabile Lavoro e Welfare, segreteria nazionale Prc
Non è un optional lo sviluppo di questo percorso. Non lo è rispetto all'obiettivo decisivo della riuscita dello sciopero generale, non lo è rispetto al contesto in cui ci muoveremo nei prossimi mesi. La crisi determina uno scenario pesantissimo. Con la cassa integrazione che si moltiplica e con il problema, per chi vi accede, di come riuscire ad arrivare alla fine del mese con il salario decurtato, se già non ci si arrivava prima. Con il problema drammatico dei precari. Quattro milioni di persone prive di ogni garanzia, seicentomila già a rischio per il sommarsi della crisi economica nell'industria con i provvedimenti del governo sul lavoro pubblico. Con il dramma aggiuntivo dei lavoratori migranti, che per una legge razzista e incivile rischiano di perdere con il lavoro, il permesso di soggiorno: espulsi o ricacciati nell'irregolarità, magari dopo anni di lavoro in questo paese.
La ricetta della Lega per gestire la crisi è tanto semplice quanto barbara: trasformare l'ansia in un salto di qualità nella produzione di capri espiatori, di conflitto orizzontale, di ferocia sociale. La chance di contrastare la regressione possibile sta nella messa in campo di un'iniziativa a tutto tondo: di denuncia, di piattaforma, di conflitto, che ricostruisca nella crisi una connessione, che consenta di individuare nuovamente a sinistra la possibile via d'uscita. Non è un esito scontato, se è vero come è vero che non solo siamo nell'onda lunga di una sconfitta trentennale, ma che la sinistra ha consumato nell'attraversamento recente della fase di governo la propria credibilità. E' un percorso che richiede idee, proposte, modificazioni delle modalità dell'agire politico, come dimostra il successo dei gruppi di acquisto popolare, la pratica di forme di mutualismo che rispondano alla disgregazione ricostruendo anche per questa via la possibilità di riconoscersi come parte di un'agire collettivo.
Saremo dunque nelle prossime settimane davanti ai luoghi di lavoro, con la volontà di avviare un percorso lungo, dentro le contraddizioni esistenti.
Diremo che la crisi non è piovuta dal cielo, ma è la conseguenza di trent'anni di politiche neoliberiste, in cui la deregolamentazione selvaggia della finanza è stata l'altra faccia della medaglia di un mondo di bassi salari, di una gigantesca redistribuzione della ricchezza prodotta a favore di profitti e rendite, in cui il consumo è stato garantito dal crescente indebitamento dei lavoratori, mentre nei paradisi fiscali si concentra un quarto della ricchezza mondiale prodotta ogni anno. Diremo che ci vuole un aumento significativo di salari e pensioni e un salario sociale per rispondere alla crisi con uno strumento generale di garanzia rispetto alle mille frammentazioni delle tipologie di lavoro, alle tante facce della precarietà e che le risorse vanno prese dalla rendita, dall'evasione fiscale e contributiva, dalla tassazione dei movimenti speculativi di capitali.
Diremo che il ritrarsi del pubblico, privatizzazioni e liberalizzazioni, invece dei benifici annunciati dalla propaganda liberista, non sono stato altro che il modo per promuovere un gigantesco processo di spoliazione, sfruttamento e messa a valore della natura oltre che del lavoro, all'origine di una crisi ambientale, energetica e climatica, che richiede un cambiamento radicale dei modelli di sviluppo. Per sottrarre spazi alla logica di mercato, alla valorizzazione del capitale come meccanismo sovradeterminante dei processi di riproduzione sociale e riconsegnarli alla scelta democratica, alla sovranità collettiva sul proprio futuro.
La elaborazione di una piattaforma all'altezza della crisi della globalizzazione capitalistica, deve accompagnarsi alla capacità di costruire un senso comune di massa su a chi imputare la responsabilità della situazione presente, opposta all'operazione reazionaria delle destre, generalizzando la consapevolezza espressa dal movimento degli studenti.
La politica del Governo Berlusconi e di Confindustria, ha fin qui determinato una manovra pesantissima di tagli e ristrutturazione del sistema di welfare, dalla sanità agli enti locali, intrecciata all'attacco ai diritti del lavoro. Un attacco che dalla legge 133 alla controriforma del processo del lavoro, agli annunci sul diritto di sciopero, ha avuto e ha al suo centro la riscrittura del sistema della contrattazione, la volontà di frammentare e impoverire ulteriormente i lavoratori, cancellare l'autonomia del sindacato, riscriverne il ruolo: "complice" delle imprese nella gestione dei rapporti di lavoro e di interi pezzi di uno stato sociale da cui la presenza pubblica si ritrae ulteriormente. Ora a fronte della crisi, la sua ricetta è quella di destinare risorse pubbliche al sistema bancario lasciando invariati assetti proprietari e modalità di funzionamento, puntare sulle grandi opere, destinando pochissimo alle fasce sociali più disagiate.
Lo sciopero generale del 12 indetto dalla Cgil e dai sindacati di base, deve rappresentare per noi e per l'intera sinistra il modo per far vivere nel dibattito pubblico e a livello di massa una proposta radicalmente alternativa a quelle politiche, per costruire una uscita da sinistra alla crisi di un intero modello di sviluppo.
Clicca sul link per scaricare i volantini
sabato 22 novembre 2008
PRC CALTAGIRONE, "CIAO SANDRO"!!!!!!!!
Alla famiglia giunge da noi tutte/i un abbraccio carico d' affetto.
CIAO SANDRO, GRAZIE PER ESSERE STATO UNO DI NOI!!!!!!!!!!!
Il circolo PRC di Caltagirone
clicca sul link per conoscere la sua storia di vita politica e giornalistica
lunedì 27 ottobre 2008
CALTAGIRONE: PALAZZO REBURDONE COS'E'?
La nostra citta’, da pochi giorni, annovera, una nuova mostra mercato della ceramica, in una struttura storica come il palazzo Reburdone, databile nel XVIII secolo, progettato dall’ arch. Francesco Battaglia per il principe di Reburdone, Enrico Gruttadaurio, fatto un piccolo accenno sull’importanza storica del palazzo, esponiamo adesso la storia attuale, il palazzo, dopo uno stato di lungo abbandono e degrado, grazie ai finanziamenti pit della regione Sicilia, riacquista il suo splendore, viene totalmente ristrutturato e riqualificato, tanto da diventare fiore all’ occhiello della nostra citta’, esso viene destinato ad uso “museo d’arte della ceramica contemporanea” e il 05/05/07 viene inaugurato e restituito alla citta’, a distanza di poco meno di un anno, il progetto innovativo e funzionale, previsto per il palazzo Reburdone, diviene carta straccia, il palazzo viene affidato, ma non si ricorda bando pubblico, ad un consorzio ceramisti, quindi ad un soggetto privato, a parte le discutibili procedure di assegnazione, ci chiediamo come una struttura di grande rilevanza storica e pubblica, possa cambiare la propria destinazione d’uso dall’ oggi al domani, in un momento di dura crisi per il nostro settore, dove le difficolta’ stanno costringendo numerose botteghe a chiudere o a ridurre il personale, ci domandiamo “a cosa serve questa mostra mercato”?
Il palazzo Reburdone, meritava sicuramente una migliore sorte, esso poteva diventare ambita e importante tappa turistica, poteva ospitare mostre di pittura e arte in generale, poteva prevedere una sala audiovisiva per la proiezione della lavorazione della nostra ceramica, poteva dare la possibilita’ a tutte le botteghe di esporre il proprio pezzo senza scopo di lucro, insomma bastava che l’ente proprietario del bene, il nostro comune, ascoltasse gli artigiani del settore e non solo una parte, invece ci ritroviamo un privato che gestisce un bene pubblico, con grossi vantaggi economici, abbassando ulteriormente l’offerta turistica della nostra citta’, il turista desidera ricevere servizi, e’ quello che fornira’ il palazzo Reburdone, attualmente non lo è!!!! anzi…..
Chiediamo, all’amministrazione comunale, un urgente incontro con le parti, riteniamo sia inaccettabile tale metodo di assegnazione, che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio le attivita’ artigiane, innescando una sorte di “guerra tra poveri”, dove un settore in piena crisi istituzionale ed economica, anziché’ crescere in cooperazione, si dedica all’ autolesionismo e al personalismo, infatti alcune botteghe artigiane difficilmente riusciranno a competere in orari di apertura e prezzi.
Necessita, una maggiore attenzione, ai veri problemi della nostra citta’ nel settore turistico e ceramico, mancanza d’attrazioni, carenza di servizi (bagni), mancanza d’interazione tra istituzioni e artigiani, mancanza di narrazione della lavorazione della ceramica, carenza d’ indicazioni turistiche, mancanza di pubblicitB, inesistenza di aree artigianali per la produzione della ceramica, mancanza di cura e pulizia del centro storico e in particolar modo per la Scala S. Maria del Monte!!!!(Unesco!?!?)
Riteniamo, che il palazzo Reburdone, poteva essere, una polivalente struttura di servizio turistico e non struttura di profitto a basso costo, proponiamo, il ripristino della destinazione d’uso iniziale della struttura e che essa diventi anche la degna sede della raccolta dei preziosi volumi del prof. Ragona, figura ineguagliabile e storica per la nostra ceramica, o vogliamo perdere anche questo??????
Situazione attuale palazzo Reburdone.
CALTAGIRONE: CIMITERO, LIEVITATI I COSTI
Come facile capire, la scelta dell' amministrazione comunale non è stata il massimo dell' efficenza politica di una amministrazione di centro-sinistra, per questo, si chiederà un incontro all' amministrazione per discuttere nel merito la situazione e per rimediare ad un gravissimo errore che graverà per i prossimi 15 anni sulla testa dei cittadini, proponendo un incontro con la ditta appaltatrice per discutere un adeguamento alle tariffe applicate, per queste non diventino impossibili per la maggior parte dei cittadini, in modo da poter garantire almeno alla morte la dignità spesso negata in vita dal sistema capitalistico che trasforma, l' essere umano in merce e i diritti in privilegio/utenza.
giovedì 23 ottobre 2008
FIRMA CONTRO IL LODO ALFANO
Siamo contro la legge Alfano perché rappresenta una insopportabile lesione dello stato di diritto. Essa vìola due articoli della Costituzione italiana: l’articolo 3 (tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge) e l’articolo 24 (diritto alla difesa). Blocca automaticamente, infatti, tutti i processi - anche quelli che riguardano i reati comuni - solo per quattro cittadini: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidenti di Senato e Camera. E la maggioranza di governo sta tentando di estendere la legge a tutti i ministri!
Mentre il popolo viene impoverito, il carovita non permette di arrivare a fine mese, i salari e le pensioni vengono falcidiati, la precarietà aumenta, la scuola pubblica viene demolita, questo governo si preoccupa di difendere con arroganza una legge profondamente ingiusta, costruita come privilegio dei potenti per sottrarli alla legge.
E’ un’offesa alla dignità democratica; una beffa per il popolo che soffre.
CLICCA SUL LINK SOPRA E SCARICA IL VOLANTINO
CALTAGIRONE, RIFONDAZIONE IN PIAZZA CON GLI STUDENTI
mercoledì 22 ottobre 2008
RIFORMA GELMINI: ATTACCO ALLA SCUOLA STATALE
I provvedimenti del Governo sulla scuola prevedono:
• Forte riduzione delle risorse: 8miliardi di euro!
con insegnanti aventi salari ben sotto la media europea ed edifici scolastici che
per oltre il 50% dei casi sono stati considerati carenti nelle norme di sicurezza!
• Tagli indiscriminati di posti di lavoro e aumento del numero
degli alunni per classe
licenziamenti e sovraffollamenti d’aula: un binomio per distruggere la scuola
pubblica statale e consegnare fondi alle private …
• Trasformazione delle scuole in Fondazioni
(cioè in istituzioni private dove l’obiettivo principale non sarà più la formazione e
la crescita dei ragazzi ma il profitto economico)
• Riduzione delle ore di scuola e vanificazione del Tempo Pieno
con la riduzione d’orario la copertura del tempo pieno potrà esserci:
a) se le famiglie pagheranno il servizio delle ore mancanti (pomeriggi)
b) con un aumento delle «classi spezzatino», classi dove avviene un continuo cambio
di insegnanti e compagni e conseguente aumento di caos didattico e gestionale
• Ritorno al maestro unico
l’abolizione del doppio insegnante colpisce una qualità didattico-pedagogica del
nostro sistema di istruzione pubblica elementare considerato tra i primi al mondo
• Riduzione delle ore di sostegno
con danno enorme per l’integrazione degli alunni con disabilità, i migranti e i
rom, … una scuola cioè sempre più discriminante e “razzista”
Per contrastare questo disegno è necessario sviluppare la più
ampia mobilitazione che coinvolga tutto il personale della scuola,
studenti, genitori, associazioni, sindacati, forze politiche e quanti
hanno a cuore il destino della scuola della Repubblica.
Costruiamo un grande movimento di opposizione che imponga al
governo il ritiro immediato di questi provvedimenti.
Clicca sul link sopra per scaricare il volantino.
Partito della Rifondazione Comunista
PAOLO FERRERO, NUOVO SEGRETARIO PRC-SE
Paolo Ferrero è il nuovo segretario nazionale del Partito della rifondazione comunista
Con 142 voti a favore, 134 contrari, 4 schede bianche e un voto d’astensione Paolo Ferrero è il quarto segretario nazionale del Prc-Se
Il documento di Paolo Ferrero ha vinto il VII congresso di Rifondazione comunista. Il testo è stato votato da 342 delegati, mentre quello presentato da Gennaro Migliore e che fa riferimento alla mozione 2 di Nichi Vendola ha ottenuto 304 voti. I votanti sono stati 646. Si conclude così una giornata ricca di tensione e scontri, al termine di un congresso che ha segnato la spaccatura definitiva all’interno del PrcBiografia
Nato a Pomaretto (To) il 17 novembre 1960. Ha due figli. Diploma di perito tecnico industriale. Obiettore di coscienza, a 19 anni inizia a lavorare in FIAT come operaio. Collocato in cassa integrazione a “zero ore”, viene eletto delegato sindacale della FIOM e fonda con altri lavoratori in CIG la “Cooperativa Agrovalli”. Successivamente ha ricoperto ruoli di direzione nella CGIL e nella Federazione Giovanile Evangelica Italiana – FGEI, di cui è stato segretario nazionale. Iscritto al Partito della Rifondazione Comunista. Responsabile dell’area politiche del lavoro, economiche e sociale del PRC, fa parte della segreteria nazionale del partito dal 1995 al 2006. Da giovane si iscrive a Democrazia Proletaria e negli anni successivi entra negli organismi dirigenti del partito. Eletto deputato nella XV° legislatura si è dimesso in seguito alla nomina a Ministro della Solidarietà sociale nel II° Governo Prodi. Nel tempo libero pratica l’alpinismo e si diletta a suonare vari strumenti.
http://www.paoloferrero.itQui potrete ascoltare tutti gli interventi al VII Congresso Nazionale di Rifondazione Comunista
http://www.radioradicale.it/scheda/259134/vii-congressso-nazionale-di-rifondazione-comunista
Qui invece l’ODG conclusivo
http://www.rifondazioneinmovimento.org/2008/07/27/ricominciamo-una-svolta-a-sinistra/
Onestamente io non ci speravo più in Ferrero. Ma neanche lontanamente. Chissà cosa è successo in quel di Chianciano per far ribaltare il risultato che secondo me era stra-scontato.
Meglio così, non voglio neanche saperlo in realtà, mi basta il risultato finale, sperando che non vi sia un contrappeso troppo forte da sorbirsi.
Vendola (come Migliore e Bertinotti) si è dimostrato un livoroso della peggior specie. Non gli è andata giù che non se lo siano coperti di striscio, aveva troppo voglia di essere un “lider”. Invece se ne esce con le ossa rotte. In più, ora voglio vedere quelle migliaia di voti che gli hanno permesso di ottenere il 47% che fine faranno. Ho come l’impressione che assolto quel compito, questi “compagni” si ritireranno nelle proprie abitazioni e scompariranno fino a prossima elezione.
Questo vuol dire che in realtà Ferrero può reggersi su numeri ben più consistenti di quelli che il Congresso presenta.
Ora secondo me sono urgenti questi punti
1. partito sociale a secchiate come se piovesse
2. unificazione almeno programmatica con altri comunisti per le europee, con il simbolo nostro e fanculetto alla Sinistra Europea. Che ci vada Fava e Bertinotti in quella masnada di socialdemocratici art déco.
3. Epurazioni in Liberazione. E’ ora che Sansonetti vada a spalare bitume in Barbagia. Unica mansione che immagino gli riesca bene. Il giornale di partito segue la linea del partito. Chi lo fa bene, chi no, si cerchi un altro lavoro.
4. Tenere sotto controllo i furbetti della 2. Le coalizioni interne mi sanno di infiltrati e sabotatori. Due categorie che negli anni 70 venivano trattate con non troppa diplomazia.
5. Si ritorni a fare i comunisti, senza freakkettoni, sballoni, fusi persi, radicali sotto mentite spoglie, berty-boys e puttanate simili. Per queste cagate ci sono altri partiti. PRC non può più permettersi di dare parola e sfogo a questo gruppetto di asociali ed anti-comunisti.
6. Puntare a riconquistare il nostro elettorato. Dobbiamo ritornare almeno al 5% nazionale. Almeno. Di meno, implica che convenga trovarci un lavoro diverso dalla politica. Non farebbe per noi.
7. Trattare localmente col PD su programmi chiari. Se a loro sta bene, bene, altrimenti si fottano e vadano a fare accordi con gli incensurati dell’UDC.
lunedì 30 giugno 2008
RISARCIMENTI ALLE AZIENDE SE MUORI DI LAVORO
I quattro persero la vita in un incidente sul lavoro due anni fa, carbonizzati in un oleificio
La vedova di Maurizio Manili: "Sono indignata, mio marito ucciso un'altra volta"
PERUGIA - "Un insulto alla dignità umana" dei quattro operai uccisi. Così commenta il segretario generale della Flai-Cgil, Franco Chiriaco, la decisione della Umbria Olii di chiedere un risarcimento di oltre 35 milioni di euro ai familiari delle quattro vittime dell'incidente sul lavoro avvenuto a Campello sul Clitunno di cui ha riferito oggi Repubblica.
"Rappresenta - ha sostenuto Chiriaco - un vero e proprio accanimento nei confronti di persone che hanno perso i propri cari mentre stavano lavorando. L'iniziativa dell'amministratore delegato della Umbria Olii, a nostro giudizio, altro non è che l'espressione diretta e più bieca del modo di fare impresa nel nostro Paese, basato su un capitalismo aggressivo che fa del profitto fine a se stesso l'unica sua essenza, anteponendolo perfino al dolore delle famiglie dei caduti sul lavoro".
Il segretario della Flai-Cgil ha quindi chiesto "alle istituzioni nazionali e all'opinione pubblica tutta di sdegnarsi energicamente contro questi individui che fanno di una strage sul lavoro solo ed esclusivamente una questione di soldi".
Alla rabbia e all'indignazione dei sindacati si aggiunge il dolore delle famiglie dopo la richiesta di risarcimento shock. "E' come se mio marito fosse morto un'altra volta" dice Morena Sabatini, vedova di Maurizio Manili, titolare della ditta di impiantistica deceduto insieme ad altri tre operai nell'esplosione del 25 novembre 2006 alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno. Gli operai morti lavoravano per una ditta esterna impegnata in interventi di manutenzione: per l'azienda che ha chiesto il risarcimento alle famiglie delle vittime, sarebbe stato un erroneo uso della fiamma ossidrica a provocare l'esplosione.
A CALTAGIRONE GIA' ESISTE....LA CASA DELLA SINISTRA!!!!
VENITE A TROVARCI PER FAR RIPARTIRE LA SINISTRA!!!!!!!
sabato 28 giugno 2008
venerdì 27 giugno 2008
VII°- CONGRESSO RIFONDAZIONE COMUNISTA
Mozione 2: primo firmatario Vendola
Mozione 3: primo firmatario Giannini
Mozione 4: primo firmatario Pegolo
Mozione 5: primo firmatario De Cesaris